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Cosa Crediamo
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Ridurre in poche frasi quello che è l’essenza del credo della chiesa di Cristo è impossibile, perché ogni singola riga delle sacre scritture è per noi indissolubilmente parte di ciò in cui crediamo e sosteniamo.Ci sono però delle verità, che il vangelo rivela, che sentiamo il dovere di ribadire in quanto ignorate da molti e che vi invitiamo ad approfondire attraverso lo studio personale della Bibbia.Tutti coloro che oggi cercano, con animo sincero, di fare la volontà di Dio, non possono non desiderare, insieme a noi, di ritornare ad adorare Dio rispettando gli insegnamenti contenuti in quello splendido libro che è la Bibbia.
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Tutta la Bibbia è ispirata
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Ogni singola parola presente nella Bibbia è frutto dell'ispirazione di Dio.
Gli uomini, collaborando a loro insaputa alla scrittura di questo splendido libro, furono guidati da Dio; le storie, gl'insegnamenti narrati, sono quanto Dio ha voluto lasciarci per guidarci fino alla salvezza.
E' quindi da escludere che qualunque indicazione data attraverso le sacre scritture, possa essere stata il frutto della mentalità del tempo in cui fu scritta.
La moralità evolve, la mentalità cambia, ma la volontà di Dio è stabile nel tempo.
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La salvezza è frutto della grazia
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Qualunque cosa facciamo, non potremo mai meritare la salvezza che il Signore ci ha concesso.Gesù è morto sulla croce per regalare a noi la salvezza, a patto che la accettiamo e riponiamo in lui la nostra fede.
Quanto appena detto, non implica che possiamo sederci e guardare la vita sfuggirci tra le dita, perché, come dice l’apostolo Paolo nella lettera ai Galati 5:6 "quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore".
La fede quindi, che porta ad agire con la forza fornita dall’amore, è l’unica cosa che ha un valore reale. Per comprendere l’importanza di quanto detto, è utile mettere questa verità in contrapposizione con la tradizione cattolica, che nei secoli ed ancora oggi, ha promesso la salvezza in cambio di opere, come ad esempio l'attraversamento di quella che è definita la porta santa, o come in passato, attraverso il versamento di somme di denaro.
Gesù nel vangelo di Giovanni al capitolo 10 versetto 9 dice: "Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato."
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Il battesimo quale passo essenziale
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Gesù nel Vangelo di Marco al capitolo 16 al versetto 16 dice: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato."; queste due cose sono quindi importanti : credere e battezzarsi.
E’ fondamentale l’ordine citato dal brano; credere e di conseguenza battezzarsi, quale primo segno tangibile e consapevole di ubbidienza a Cristo per ottenere, grazie anche alla fede e al ravvedimento, il perdono dei propri peccati, passati e futuri.
Tutti gli esempi di battesimo, presenti nella Bibbia, vedono protagoniste delle persone adulte che prima credono in Gesù e poi decidono di battezzarsi.
Credere nell'importanza del battesimo non é negare la salvezza per fede, ma per fede ubbidire a Dio credendo in quello che predicava l'apostolo Paolo ai Romani e scritto nella sua epistola:
"O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte ? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua." (Romani 6:3-5)
Per comprendere il senso di questo brano è importante sapere che la parola "battezzare" in greco (lingua attraverso la quale abbiamo ricevuto il nuovo testamento) significa "immergere" ed allora il battesimo, se fatto come facevano i primi credenti, vede l'immersione completa del corpo ed é quindi meglio comprensibile come il battesimo possa essere paragonato ad una seportura.
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Cristo è il Re
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Un'affermazione così apparentemente banale, nasconde una verità profonda e conduce ad una domanda: Come si può rendere Cristo Re ?
La Bibbia ci mostra una chiesa nel primo secolo guidata dalle rivelazioni ispirate da Dio agli apostoli; gli apostoli, diffusero tali rivelazioni attraverso la corrispondenza, il contatto diretto ed i vangeli.
Nulla nella Bibbia ci dice con chiarezza che un apostolo avesse avuto un incarico di leader nei confronti degli altri apostoli da parte di Dio; nulla nella Bibbia ci dice che un apostolo abbia avuto, durante la sua vita terrena, una considerazione maggiore rispetto agli altri ed, ancora nulla ci dice che l’autorità esercitata dagli apostoli fosse cedibile nei secoli da uomo a uomo.
Chi si avvicina alla Bibbia, noterà come il sacrificio degli apostoli si sia concretizzato in un libro stracolmo della saggezza di Dio, capace di rispondere ad ogni domanda di ogni tempo e di fornire una via verso la salvezza che non necessita di ulteriori verità o tradizioni umane.
L’Apostolo Paolo dice in Galati 1:8 "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema.".
Paolo quindi, ancora in vita, congela il suo messaggio in modo da renderlo inalterabile a se stesso od anche ad un angelo dal cielo; chi mai potrà avere il diritto di mettere in discussione questo messaggio ?!?
Per rendere Cristo Re, è necessario quindi negare ogni autorità spirituale che non sia Cristo stesso, ascoltando la sua voce emergere da ogni brano della Bibbia.
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Siamo tutti sacerdoti
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L'apostolo Paolo, scrivendo a tutti i credenti che si trovavano in Corinto diceva :
"Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo".Dopo la venuta di Gesù, il rapporto con Dio cessa di aver bisogno di uomini con un rapporto privilegiato con Dio che fungano da mediatori; tutti, come dice l'apostolo Paolo, siamo chiamati ad essere "Ambasciatori per Cristo".
Essere "Ambasciatori" è vivere la fede come parte fondamentale della propria vita e non considerarla come qualcosa da "Preti".
Le scritture affidano ai cristiani ruoli diversi, ma tutti siamo chiamati ad essere parte attiva di un unico corpo e mai spettatori della fede vissuta da altri.
Erroneamente, ad esempio, ci viene insegnato che alcuni uomini hanno il diritto e dovere di "confessare" altri uomini e che l'assoluzione impartita ci libera dai peccati che abbiamo rivelato; nella lettera di Giacomo al capitolo 5, al versetto 16, la Bibbia ci insegna : "Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri". E' evidente in questo brano come la confessione sia una atto tra uomini che reciprocamente si confidano e non un atto che si subisce, al fine di ottenere il perdono attraverso l'intercessione di un altro uomo.
La trappola più pericolosa in cui possiamo cadere è accettare un ruolo di "spettatori" e rinunciare ad essere parte integrante del superbo disegno di Dio.
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L'uomo non merita né adorazione, né venerazione
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Tutta la Bibbia ci racconta la storia dell’uomo che rivolge in continuazione le proprie attenzioni verso idoli di tutti i tipi; Dio, nei secoli, interviene e punisce l’uomo per la sua infedeltà.
In Esodo 20:4 è scritto :"Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso".
La scultura, l’immagine, è il simbolo del tradimento non per se stessa, ma per l’uso che ne fa l’uomo, riponendo in essa le proprie speranze ed aspirazioni.
Venerare l’immagine di un "Santo", rivolgerci a lui in preghiera, può essere un errore ? assolutamente sì !
Per quanto si ritenga che un uomo sia stato nella sua vita buono ed abbia lavorato per il bene dei suoi simili, nessuno è meritevole delle attenzioni che dobbiamo solo a Dio.
Rivolgerci ad un uomo, o a una donna, definiti "Santi", per esprimere le nostre preoccupazioni, le nostre speranze è negare la presenza di Dio nella nostra vita e la sua volontà di esserci vicino in ogni momento.
Nella prima lettera che Paolo scrisse a Timoteo, al capitolo 2, versetto 5, dice :
"Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo".
Gesù, quindi, è il nostro mediatore, colui attraverso il quale possiamo parlare con Dio chiamandolo "Papà", senza la necessità di ulteriori mediazioni.
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